Vaccinazioni e malattie neuromuscolari
Come sempre, anche nelle scorse Manifestazioni nazionali Uildm di Lignano l’incontro con la Commissione Medico-Scientifica è stato interessante e proficuo. Fra i vari argomenti trattati, la neurologa Lucia Morandi (Istituto Besta di Milano) ha parlato delle vaccinazioni per gli adulti affetti da malattie neuromuscolari. Riportiamo un’ampia sintesi della proiezione che è stata utilizzata nell’occasione.
Nonostante la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, negli ultimi anni abbiamo assistito al diffondersi di nuove epidemie di morbillo, al riemergere della pertosse, all’aumento delle infezioni pneumococciche anche negli adulti e negli anziani e, in generale, nei soggetti a rischio per motivi di età, condizioni medico-sanitarie, viaggi internazionali o, come nel caso degli operatori sanitari, a causa dell’ambiente di lavoro in cui essi agiscono.
Al proposito esistono importanti linee guida internazionali riguardanti le vaccinazioni raccomandate per adulti, anziani e operatori sanitari che, come già detto, senza essere direttamente coinvolti nelle pratiche di vaccinazione curano tuttavia pazienti ad alto rischio.
Com’è successo per la popolazione in generale, anche per i pazienti affetti da malattie neuromuscolari l’aspettativa di vita è aumentata, rendendo quindi necessaria l’elaborazione di un calendario vaccinale, non solo per l’età infantile ma anche per i soggetti adulti. Infatti le vaccinazioni previste per questi ultimi, oltre ai richiami contro tetano e difterite (che possono essere eseguiti senza alcun problema), sono quelle anti-influenzale e anti-pneumococcica (in particolare raccomandate nei soggetti a rischio dalla Circolare Ministeriale per la prevenzione e il controllo dell’influenza e dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2012-14).
I pazienti miopatici rientrano senza dubbio nella categoria dei soggetti a rischio, sia perché queste patologie possono alterare la muscolatura scheletrica e le funzioni respiratoria e/o cardiaca, sia perché spesso sono sottoposti a trattamento farmacologico immunosoppressivo. In questi soggetti le alterazioni respiratorie e cardiache possono rimanere a lungo silenti o non determinare sintomi conclamati. Ciò, anche in accordo con le linee guida di follow-up e trattamento, impone controlli strumentali a scadenza annuale della funzione respiratoria (spirometria – valutata in alcuni casi nelle posizioni seduta e supina, con misurazione delle massime pressioni inspiratorie ed espiratorie e misurazione del picco del flusso di tosse – e monitoraggio cardio-respiratorio notturno per rilevare la presenza di apnee o di periodi prolungati di ridotta saturazione di ossigeno) e della funzione cardiaca (elettrocardiogramma – e sua registrazione nel corso delle 24 ore per rilevare eventuali aritmie – ed ecocardiogramma per lo studio della funzione contrattile del ventricolo sinistro).
Alcuni pazienti neuromuscolari assumono terapie croniche con steroidi anche ad alte dosi o terapie con immunosoppressori. Di conseguenza, per loro, vengono prese alcune precauzioni speciali poiché sono maggiormente esposti a infezioni virali che, proprio per le terapie seguite, possono risultare particolarmente gravi. Se ricevono una dose totale di prednisone o equivalente di 20 mg/die o più, non devono ricevere vaccini virus vivi e attenuati fino a che la terapia non sia stata sospesa da almeno un mese. Invece i pazienti affetti da una patologia su base immunitaria (ad esempio quelli con miopatia infiammatoria) trattata con corticosteroidi sistemici o locali o con immunosoppressori, non devono ricevere vaccini virali vivi e attenuati.
Queste indicazioni fanno parte di un documento sulle vaccinazioni nei pazienti con malattie muscolari dell’Associazione Italiana di Miologia, presentato nel 2013 in occasione del congresso associativo e che sarà presto diffuso nella sua versione finale.