Pubblicato da Antonella Benedicenti e Gianni Minasso il: 3 dicembre 2021

Un Uomo d’acciaio

La biografia di Massimiliano Gollin (1969-2020), seppur sintetizzata ai minimi termini, è decisamente eloquente.

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Ricercatore del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, è stato dottore di ricerca PhD in Medicina e Terapia Sperimentale e Laureato in Scienze e Tecniche dell’Attività Fisica e Sportiva. Specializzatosi in Kinesiologia Preventiva e Rieducativa, si è laureato in Scienze e Tecniche dello Sport e dell’Allenamento. E’ stato titolare di diverse cattedre di insegnamento presso la SUISM di Torino, la Scuola dello Sport di Roma e la Scuola Interateneo SIS Piemonte. Ha pubblicato diversi libri, dispense, materiale didattico e moltissimi articoli scientifici e divulgativi. Ha organizzato convegni, partecipato a congressi nazionali e internazionali e svolto un’intensa attività didattica universitaria e presso il Coni. Per un breve periodo è stato pure un valido triatleta.

C’è di che intimorirsi, però meno di quando, incontrandolo di persona, era immediato captare non solo l’enorme carisma di cui era dotato, ma anche la prorompente energia. In realtà le cose non finivano qui perché Massimiliano, accanto all’indiscutibile fascino, rivelava presto una gradevole cordialità e soprattutto una profonda sensibilità verso il prossimo. Era un Uomo con la U maiuscola, di quelli in cui ci si imbatte soltanto di rado. E in effetti è stato un vero arricchimento personale, nonché un privilegio, l’averlo 14-15-Un-Uomo-3-sitoconosciuto e frequentato.
Facciamo un passo indietro. Nel 2013, durante la sensibilizzazione alla diversità e alla disabilità nelle scuole, la Uildm torinese aveva avuto l’occasione di imbattersi in sua moglie Patrizia, una brava insegnante delle primarie. Grazie a lei avevamo conosciuto Massimiliano e da allora in poi è nata una proficua collaborazione, oltreché un’amicizia davvero speciale. Nel corso degli anni, tra le mille attività e impegni, lui aveva anche trovato il tempo per imbastire alcune importanti iniziative con la nostra Sezione, come l’interessante convegno “Malattie cronico-degenerative, traumi acuti e attività motoria adattata” (accreditato ECM, per medici, educatori, infermieri, fisioterapisti, psicologi, tecnici ortopedici eccetera) e un particolare studio (l’identificazione delle strade corrette per il mantenimento della forza muscolare residua nei miodistrofici) condotto da un’allieva dello stesso Massimiliano (suo relatore) per una tesi di laurea magistrale in Scienze motorie.
Proprio questa studentessa (cfr. Vincere Insieme n.1/2015), nelle ultime pagine della sua tesi da110 e lode, aveva scritto: “I ringraziamenti vanno a tutte le persone che sono state presenti nella mia vita, dal periodo liceale fino ad oggi: da […] al professor Massimiliano Gollin, per avermi guidata in questo percorso come un eccellente direttore d’orchestra, per il tempo che ha dedicato a me e ai miei progetti, nell’avermi fatto capire che senza fatica non c’è obiettivo e senza obiettivo non esiste una crescita”. E quest’ultima frase potrebbe proprio rappresentare il miglior condensato della sua vita e della sua opera, cioè il lavoro costante e instancabile, per migliorarsi in primo luogo e poi per raggiungere le sempre elevate finalità prefissate.
Il vivo desiderio di progredire, così spiccato in Massimiliano, avrebbe però potuto appannare un altro paio di qualità che invece scintillavano in lui: la prima era l’umiltà e la seconda la voglia, pur essendo un illustre professore universitario, di imparare qualcosa da tutte le persone con le quali veniva in contatto, dal collega docente al semplice uomo della strada. Appunto scriveva in una sua e-mail: “In Sezione siete grandi e per me rappresentate un esempio da seguire. Sappiate che sono le persone forti come voi che mi danno l’energia per andare avanti. Vi ringrazio infinitamente!”.
Comunque, tralasciando intelligenza e capacità, l’elenco dei suoi pregi comprendeva anche l’alta empatia, la lealtà, l’essere affettuoso, allegro e alla mano ma, quand’era il caso, il diventare serio, serissimo, rivelando un invidiabile rigore morale e scientifico.
14-15-Un-Uomo-2-sitoE poi apriamo il triste capitolo della sua malattia anche se, ne siamo certi, non avrebbe approvato l’utilizzo di questo malinconico aggettivo. Infatti Massimiliano, come abbiamo già accennato, ha saputo persino “sfruttare” questa imprevista evenienza, prima per imparare, poi per crescere e dopo per insegnare. Al proposito, in un’altra e-mail, aveva confidato a uno degli autori di questo articolo: “Spero che tu stia bene, io incomincio a stare meglio, anche se sicuramente ci sono delle variazioni rispetto a prima. Ma come sappiamo la vita è tutto un cambiamento e il cambiamento, seppur risulti spesso impegnativo, ci porta avanti, verso nuove conquiste. Tuttavia le vittorie di ogni giorno, ovviamente ottenute combattendo dure battaglie, lasciano sempre delle cicatrici, che però mostriamo con orgoglio, perché esse, a loro volta, sono il segno dei nostri successi”.
Traducendo in pratica queste nobili teorie, ha affrontato fin dal principio il suo terribile nemico razionalmente e a muso duro, senza incertezze di sorta. Non si è fermato neanche un attimo a chiedersi il perché o ad autocommiserarsi, invece ha cominciato da subito ad allenarsi fisicamente e mentalmente, escogitando inedite modalità per contrastare una, ahimè, crescente disabilità, offrendo poi a noi tutti i frutti di questa incessante ricerca sperimentata su se stesso. Così è stato di esempio, col suo perfetto adattamento ai vari stati evolutivi patologici in costante peggioramento, soprattutto non ha mai perso la speranza, infondendo fiducia in familiari, amici, colleghi e in noi, compagni di lotta.
Del suo saggio “Allenare le capacità motorie residue”, scritto durante questa esperienza, aveva detto: “Quest’argomento è molto importante per la comunità professionale e per tutti i pazienti a cui si rivolge. In questo libro ho voluto riportare le differenti capacità motorie allenabili: la forza, la resistenza e la flessibilità. […] Alcuni dei principali pazienti cui si indirizza quest’allenamento sono ad esempio i soggetti affetti da una patologia o che hanno subìto un trauma acuto al midollo spinale. Viene chiamato ‘residuo’ quel patrimonio di abilità motorie ancora in possesso da parte dell’individuo, da mantenere il più possibile attivo per ritardare l’involuzione del trauma acuto”. Ecco, proprio lavorando su “ciò che resta”, cioè sulle capacità residue, Massimiliano ha concentrato il distillato delle sue competenze e del suo vissuto, raggiungendo il culmine del suo pensiero.
Alla fine, non potendolo assolutamente domare, la feroce malattia si è impossessata totalmente del suo corpo e l’ha trascinato altrove, temporaneamente lontano da noi, ma così facendo si è aggiudicata una semplice battaglia, per di più infierendo soltanto sui suoi cari, poiché alla fine la guerra, date retta a noi, l’ha vinta lui, Massimiliano.
Aveva scritto: “La forza dell’atleta per la vita è nel trovare soluzioni a nuovi problemi e non evitare i problemi. Lui è come un guerriero, forte e roccioso, che non piange né si lamenta per ogni ferita che riceve. Le sue ferite sono la conferma che è vivo e che ha fatto molte battaglie, alcune le ha vinte, alcune le ha perse, ma le ha fatte tutte senza tirarsi indietro. Questa è la sua forza”.
Caro Massimiliano, ti ringraziamo ancora di tutto e ti salutiamo con grande affetto: arrivederci iron man nel corpo, atleta nella mente e campione nel cuore!14-15-Un-Uomo-4