Pubblicato da Floriana Rullo (per gentile concessione del Corriere della Sera) il: 6 dicembre 2019

Mirko. Un guerriero

Il ricordo di Mirko non si è interrotto dopo l’uscita dell’ultimo numero di questa rivista. Infatti lo riprendiamo grazie al seguente articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 3 novembre 2018.

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Mirko, un guerriero contro la malattia, giocava ad hockey nel Magic Torino. (I ricordi delle persone che ci hanno appena lasciato scritti dalle firme del Corriere Torino: donne e uomini noti oppure no ma sempre insostituibili per i familiari, gli amici e la gente del loro quartiere).

“Mirko era d’esempio per tutti noi. Un vero guerriero. Il suo sorriso era la cosa più bella che esistesse al mondo”. Gli amici e compagni di squadra ricordano così Mirko Tomassini, morto a 29 anni a Torino dopo l’ennesima crisi al cuore che, questa volta, gli è stata fatale.

Affetto da distrofia muscolare dalla nascita, non si era mai dato per vinto e aveva sempre dimostrato a chiunque lo conoscesse che quella malattia, per lui, non era in realtà un ostacolo. Nonostante non gli avesse permesso di camminare se non per poco tempo. O lo avesse sempre costretto alla sedia a rotelle. Sempre sereno, gentile, positivo e sorridente aveva al suo fianco i genitori che lo hanno seguito in ogni suo hobby e passione. Con loro viveva in zona Mirafiori nord. Diplomato al liceo Majorana, era un giocatore di wheelchair hockey nel Magic Torino, la squadra della città. Ad ogni partita indossava orgogliosamente la maglia numero 21. Aveva coinvolto anche il padre Massimo che, oltre ad essere consigliere del Comitato Paralimpico torinese era anche l’allenatore della squadra di hockey.mirko2-articolo-12-19

Da qualche mese Mirko aveva ripreso gli allenamenti. Si era dovuto fermare a gennaio quando la sua salute era peggiorata e aveva dovuto subire una tracheotomia. “Ma non si era arreso nemmeno in quel caso – raccontano gli amici –. Così, con una carrozzina super tecnologica aveva ripreso ad allenarsi con i suoi compagni di squadra”. Esempio di vita per tutti, era capace di consolare gli altri e non abbattersi mai. Amava lo sport in ogni forma, dalla pallavolo al nuoto fino al basket. E soprattutto adorava il calcio. Grande tifoso della Juventus seguiva la sua squadra allo stadio, anche in trasferta, e in televisione. Come i suoi coetanei giocava ai videogiochi e alla PlayStation. I suoi più bei viaggi però li aveva fatti insieme ai compagni di squadra per giocare le partite contro gli avversari che ora ne piangono la scomparsa. I funerali si sono tenuti a Gubbio, in Umbria, paese d’origine dei suoi genitori.mirko3-articolo-12-19