Pubblicato da Uildm di Torino il: 20 novembre 2017

Dedicato a voi

Riportiamo questo breve scritto letto a Verolengo, il 29 ottobre scorso, durante la messa di suffragio del Cinquantenario associativo.

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Ci siamo incontrati in Uildm. Siamo stati insieme e insieme abbiamo vissuto tanti bei momenti. E poi…
Ma non vi abbiamo dimenticato.

In tutti questi anni, pian piano, senza far rumore, ve ne siete andati. Per molti di voi abbiamo lottato fino allo stremo delle forze, cercando di trattenervi con le unghie e con i denti. Per tutti abbiamo comunque pianto e ci siamo disperati, ma non c’è stato proprio nulla da fare.
E così siete partiti per un ignoto altrove, di cui non immaginiamo i reali contorni, né conosciamo il diverso scorrere del tempo. E ci avete lasciato a combattere, a meditare e a ripensarvi.
Eppure avvertiamo ancora forte la vostra eco, perché la parte spirituale è rimasta con noi: ci accompagnate, ci spronate ad andare avanti, vi intristite e gioite insieme a noi. E’ la magia delle intense passioni condivise in passato e dei sentimenti comuni che, nonostante il vostro allontanamento fisico, hanno permesso il saldarsi a fuoco vivo del nostro legame.
Vorremmo gridare a squarciagola tutti i vostri nomi, ma forse, qui, non sarebbe appropriato.
Eravate bambini, ragazzi o adulti. Scolari, lavoratori o in quiescenza. Più o meno colpiti dalla distrofia o perfettamente sani. Con caratteri aperti o chiusi, allegri o tristi. C’è chi è stato un esempio per tutti e chi è passato inosservato, chi si è impegnato come volontario e chi no. Ma tutto ciò, adesso, non ha più importanza. Oggi conta solo il fatto che, grazie alla ricorrenza del Cinquantenario associativo, ci siamo ritrovati in tanti, in questo luogo, per onorarvi con rimpianto e grande riconoscenza.
E’ tutto per voi questo momento. E’ tutto per voi quello che stiamo pensando in questo preciso istante. E’ tutto per voi questo inalterato affetto col quale ci sentiamo un tutt’uno con chi ci ha preceduto.
Ogni volta che qualcuno di voi si è allontanato, niente è stato più come prima. Non è bastato tentare di rifiutare la realtà o voltare semplicemente pagina. A nulla è servito ripetere che la vita continuava e che non serviva a nulla gemere. Ogni volta abbiamo perso, oltre che voi, anche un patrimonio di idee, speranze ed entusiasmo. Così, pur affranti dal dolore, abbiamo cercato di adattarci ai baratri che via via si aprivano, riorganizzando in qualche modo la nostra lotta quotidiana.

E adesso tocca rialzarci, tirare un profondo respiro e stringere i denti, per ributtarci nel gravoso compito di cancellare al più presto, dalla faccia della terra, la distrofia muscolare. Il vostro spirito vitale, di cui sentiamo ancora la leggera carezza sulla pelle, continuerà a sostenerci e, sotto qualsiasi cielo saremo, non ci farà mai perdere la fiducia, la dignità e l’amore per voi. Solo così potremo ritornare a una parvenza di vita, nonostante la sofferenza di sapere che il vostro ricordo è molto più consistente di una semplice immagine mentale. Siamo sicuri che continuerete ad aiutarci e ci procurerete sempre le energie necessarie.
Allora rimbocchiamoci le maniche: possiamo ricominciare.
E magari riprendere a sorridere.

Ci mancate davvero tanto.