Pubblicato da La Redazione il: 8 maggio 2019

Chiamata alle armi

Al di là delle pur importantissime iniziative intraprese dalla Sezione, dal sostegno per la ricerca medica alle manifestazioni, dai vari progetti alla sensibilizzazione nelle scuole, dai servizi ai soci all’hockey in carrozzina, esiste un aspetto altrettanto rilevante per il benessere e soprattutto per il futuro della Uildm torinese. Stiamo parlando del “ricambio”, parolina magica intesa, in questo caso, come la sostituzione delle parti di un determinato organismo. Sintetizzando: i pur numerosi volontari di via Cimabue hanno attualmente un’età media non proprio veneranda ma, senza offesa per nessuno, abbastanza stagionata, e all’orizzonte non si vedono i corrispettivi, giovani avvicendamenti. Esperienza, capacità e passione continuano a essere ottime risorse per la funzionalità dell’associazione, tuttavia cominciano a non dare garanzie sufficienti per il raggiungimento dei futuri, ambiziosi traguardi.

25-Chiamata

Per la verità, nel corso di questi ultimi anni, si è già tentato di percorrere numerose strade al fine di risolvere questo stato di cose ma, finora, i risultati sono stati davvero scarsi. Va detto che questo è un problema comune di tanti altri enti e poi, nel nostro particolare caso, bisogna fare i conti con una patologia sui generis che, purtroppo, falcidia anche le giovani leve, rendendo le cose più difficili. Comunque è ormai diventata una questione prioritaria lo svecchiare un ambiente in cui un poco di aria fresca potrebbe favorire l’impulso adeguato per stimolare innovative e interessanti iniziative, a beneficio dei soci e non solo di loro.
In fondo basterebbero poche cose: soltanto varcare la soglia della sede, frequentarla più o meno regolarmente, impratichirsi un minimo capendo quale potrebbe essere l’ambito più congeniale di un possibile intervento e poi tenere la fiamma sempre accesa, cioè la passione e la volontà di lottare, spalla a spalla, contro la distrofia muscolare. Traducendo, si tratterebbe di ideare e organizzare manifestazioni e progetti, studiare iniziative inedite, continuare la sensibilizzazione nelle scuole, curare l’informazione, aggiornare la nostra presenza sui vari social eccetera. A livello nazionale esiste poi un Gruppo Donne della Uildm in attesa di contributi dalle sezioni, mentre localmente ci sarebbe sempre il Gruppo Giovani da rifondare. Insomma, le occasioni non mancano, soltanto non ci sono i virgulti che scendano in campo, si rimbocchino le maniche e prendano non solo la tessera con la farfallina, ma anche il toro per le corna.
Là fuori ci sono migliaia di ammalati neuromuscolari, con i loro familiari, in attesa di qualcuno che li aiuti concretamente. C’è lo Stato e c’è Telethon, ma non bastano. Dobbiamo essere presenti anche noi della Uildm a riaccendere la speranza e a combattere in prima linea, dotati di moderne ed efficaci armi, possibilmente imbracciate da giovani soldati.
Dopo quest’ennesimo tentativo spegniamo il computer e restiamo in fiduciosa attesa: chissà che questa sia davvero la volta buona!