Pubblicato da Gianni Minasso il: 20 novembre 2017

Diventare genitori: perché no?

Vivere pienamente nonostante l’handicap

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Sgomberiamo subito il campo da ogni dubbio: per le persone disabili, aspirare alla genitorialità, è un sacrosanto diritto, oltre che un auspicabile arricchimento dell’intera società. Dopo il raggiungimento di obiettivi forse più visibili, come l’accessibilità, il posto di lavoro e la vita indipendente, anche quest’importante traguardo è stato conquistato. Infatti già nel 2007 l’articolo 23 della “Convenzione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità” aveva sancito la prerogativa della persona con disabilità a contrarre matrimonio, formare una propria famiglia, decidere se e quanti figli avere eccetera, e, a tal fine, aveva impegnato i cosiddetti Stati Parti a realizzare tutti quegli strumenti utili a fornire gli aiuti più adeguati alle persone disabili nell’esercizio delle loro responsabilità di genitori. Da tempo l’Italia ha ratificato la Convenzione, che è diventata così legge dello stato, e fortunatamente nel nostro paese aumentano sempre più i casi di genitori disabili.
A questo punto è importante rimarcare che il ruolo di una mamma o di un papà disabile resta identico a quello recitato normalmente da un genitore sano. Certamente si presentano alcuni fatiche supplementari. La genitorialità è sempre un compito impegnativo e com’è ovvio, per chi già affronta quotidianamente gravi problemi di salute, le difficoltà aumentano ancora di più, passando dagli intensi condizionamenti emotivi dei vari componenti del nucleo familiare alla probabile dipendenza psicofisica del genitore disabile nei confronti dei suoi medesimi figli. Ma l’arsenale difensivo in possesso di queste coppie (amore, affiatamento, collaborazione, sostegno degli specialisti) è sempre ampio ed efficace nella risoluzione degli eventuali inconvenienti. Quindi diventa lapalissiano affermare che, pur nella complessità di certe patologie, i deficit motori o sensoriali non ostacolano assolutamente le capacità affettive né quelle educative, anzi.
In genere sensibilità, responsabilità e maturità sono doti di cui abbondano i portatori di handicap e allora, pur in queste condizioni disagiate… diventare genitori: perché no?