Pubblicato da Giulio Gadaleta il: 16 dicembre 2022

La distrofia facio-scapolo-omerale

Questa volta Giulio Gadaleta ci spiega la distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD), dal punto di vista della causa e della sintomatologia.

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La distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD) rappresenta la terza più frequente forma di malattia muscolare con caratteristiche clinico-istologiche di tipo distrofico. Sebbene sia considerata una sottostima, il cosiddetto dato di “prevalenza” suppone che, all’interno della popolazione generale, circa una persona tra le 8.300 e le 15.000 sia affetta da FSHD.

Dal punto di vista della causa, la malattia ha una complessa base genetica che, nella maggior parte dei casi, vede coinvolta una porzione specifica del cromosoma 4, ovvero il 4q35. Quest’ultimo, quando presenta un accorciamento della porzione ripetuta D4Z4, comporterebbe l’innesco del meccanismo patologico di danno muscolare tramite un “fattore di trascrizione” chiamato DUX4. Tuttavia in un 5% dei casi le mutazioni a carico di altri geni, come l’SMCHD1 o il DNMT3B, provocherebbero l’attivazione del fattore nocivo DUX4 senza l’accorciamento del 4q35 (forma di distrofia facio-scapolo-omerale di tipo 2). La trasmissione della malattia da una generazione all’altra, almeno nella sua forma classica, avviene per via autosomica dominante, ossia con un 50% di rischio che la prole abbia il frammento 4q35 di dimensioni ridotte e quindi possa, in modo assolutamente variabile in termini di gravità, presentare la malattia.

04-05-La-distrofia-1-webDa un punto di vista della sintomatologia, la FSHD si manifesterebbe con delle età di insorgenza differenti da un individuo all’altro, anche nell’ambito della medesima famiglia, spesso con un esordio dei primi disturbi nell’età giovanile/adulta e una progressione nel tempo generalmente lenta. I distretti muscolari tipicamente coinvolti sono quelli del cingolo scapolare (i muscoli stabilizzatori della scapola con il tipico aspetto a “scapola alata” e con “stacco scapolare” durante il movimento, il bicipite, il tricipite), i muscoli pettorali, i muscoli del volto (in particolare gli orbicolari dell’occhio e della bocca), la porzione inferiore del retto dell’addome e i peronieri (con, a un certo punto, la possibile evoluzione del decorso in “piede cadente” e andatura “steppante”).

Come sovente accade nelle malattie neuromuscolari, anche in questa forma la funzione respiratoria necessita di un regolare monitoraggio a causa di un possibile coinvolgimento della muscolatura del torace (in particolare gli espiratori e il diaframma) ed eventuali disturbi del respiro correlati, pur soltanto durante il sonno.

Tra le altre manifestazioni, nei pazienti con facio-scapolo-omerale, risulta particolarmente frequente il dolore cronico localizzato nel dettaglio dei distretti cervicale, scapolare e lombare. Altri organi potenzialmente coinvolti sono i vasi della retina, l’udito e il sistema nervoso centrale, più tipicamente nelle rare e gravi forme a esordio infantile.

Invece l’apparato cardiologico parrebbe essere meno interessato rispetto ad altre tipologie di miopatie o di distrofie muscolari. Infatti un regolare controllo dell’ecocardiogramma e dell’elettrocardiogramma sembrerebbe sufficiente per identificare i poco frequenti disturbi del ritmo o della cinesi cardiaca.
Comunque il sospetto diagnostico di FSHD, oltre ai segni e ai sintomi appena descritti, può sorgere da una familiarità positiva per il disturbo, da un riscontro di un modesto rialzo della creatin-chinasi (CK o CPK), da segni miopatici all’elettromiografia o, nei casi in cui fosse ancora necessario, da alterazioni infiammatorie degenerative mostrate dalla biopsia muscolare.

Nel caso di caratteristiche cliniche compatibili, la conferma diagnostica rimane però quella genetica. Essa viene effettuata mediante un elaborato studio di identificazione del frammento corto 4q35 (nella forma di tipo 1) o di mutazioni a carico di geni riconosciuti come causanti la forma di tipo 2 (ad esempio SMCHD1 o DNMT3B). In ogni caso il counseling genetico riveste un ruolo di primaria importanza per definire il rischio di ricorrenza della malattia all’interno di una data famiglia e per scegliere le strategie di diagnosi prenatale durante le fasi precoci della gravidanza.

La presa in carico del paziente affetto da facio-scapolo-omerale richiede dei regolari controlli ambulatoriali neuromuscolari, la valutazione della funzione pneumologico-ventilatoria e il costante monitoraggio di quella cardiaca, l’indicazione di protocolli riabilitativi personalizzati con studio della postura in collaborazione con lo specialista fisiatra, l’eventuale prescrizione dell’esercizio aerobico controllato, dello stretching e di ortesi-tutori o ausili per la deambulazione laddove si rendessero necessari.

Dopo un’attenta valutazione dei rischi e dei possibili benefici da parte del neurologo curante e dell’ortopedico, la fissazione chirurgica della scapola può comportare un guadagno in termini di movimento dell’arto superiore, seppure esista il rischio di recidiva e, anche a distanza dall’intervento, un nuovo riaffacciarsi dello stacco scapolare.

In04-05-La-distrofia-2-webvece la sintomatologia dolorosa viene generalmente gestita mediante la terapia fisica e l’esercizio. Nei casi in cui fosse indicato è poi possibile utilizzare, sotto stretta sorveglianza medica, farmaci antinfiammatori e analgesici adatti al controllo del dolore cronico.
Da non tralasciare, altresì, le eventuali conseguenze della debolezza del muscolo orbicolare dell’occhio, come l’incompleta chiusura delle palpebre, per la quale è necessaria una periodica valutazione oculistica in modo da prevenire il danno della superficie dell’occhio, cioè della cornea. Nelle rare forme che lo presentino, anche i vasi retinici, l’udito e la funzione cognitiva necessitano di una ricorrente e attenta vigilanza specialistica.

Infine, per quanto riguarda il trattamento dei pazienti con diagnosi di FSHD, il supporto e il sistematico monitoraggio multidisciplinare rappresentano lo standard di cura, mentre differenti strategie terapeutiche sono attualmente in fase di studio, in particolare preclinico. D’altra parte è iniziato da poco (nel mese di giugno 2022) lo studio ReDUX4, giunto ora nella sua terza fase, che riguarda un farmaco sperimentale (il Losmapimod), il quale, nella fase precedente, ha dimostrato di poter procurare un beneficio clinico e strutturale sul muscolo e sulla sua funzione.