Quasi quasi li aiuto
Divulgare nelle scuole la conoscenza di una malattia come la distrofia muscolare e della disabilità da essa causata, è senz’altro una scommessa ardua da vincere, soprattutto considerando la gravità e la complessità di questa patologia, soprattutto in ragione del destabilizzante turbinio di emozioni che essa suscita, soprattutto se la forbice di età degli scolari interessati è aperta dai sei ai quattordici anni. Parlando anche del concetto di diversità, possono bastare esperienza diretta, passione e voglia di impegnarsi?
“Quasi quasi li aiuto (La distrofia muscolare è una malattia brutta per loro ma anche per noi)”, scritto da Antonella Benedicenti e Gianni Minasso, rappresenta un fedele resoconto di quanto è stato realizzato nei primi quattro anni (2004-07) di attività dei progetti didattico-educativi portati a termine dalla Sezione.
Anche se gli autori hanno scelto la strada della leggerezza e dell’ironia, questa non è di certo la versione disabile di “Io speriamo che me la cavo”. Infatti la spontaneità degli scolari non viene sfruttata per far divertire i lettori, bensì per mostrare la vasta gamma di reazioni che bambini e ragazzi, ma anche certi adulti, possono provare al cospetto di un argomento così crudele e poco conosciuto. In questo senso l’opera diventa uno specchio che riflette i dubbi, i timori e le lacerazioni, ma anche la sensibilità e la solidarietà dell’animo infantile che si confronta con il dramma della sofferenza.
La scommessa è stata vinta? Ai lettori (che qui potranno scaricare il nono capitolo “Spiega in che modo potresti aiutare una persona disabile”) sia consentito il giudizio.