Pubblicato da Gianni Minasso il: 20 novembre 2017

Nani e giganti

Finita l’euforia delle emozioni e dei festeggiamenti suscitati dal recente Cinquantenario della nostra Sezione, abbiamo ripreso con alacrità il lavoro quotidiano in sede

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Finita l’euforia delle emozioni e dei festeggiamenti suscitati dal recente Cinquantenario della nostra Sezione, abbiamo ripreso con alacrità il lavoro quotidiano in sede: esaudire le richieste dei soci, organizzare i servizi a loro destinati, rispondere alle telefonate, scrivere lettere, compilare prospetti eccetera.
Tuttavia laggiù in fondo, proprio in fondo al cuore, resta un lieve sentore di rammarico ed è presto spiegato il perché. Non vorremmo essere monotoni, ma dobbiamo ritornare al leitmotiv di questa rivista, cioè la mai troppo massiccia partecipazione dei nostri tesserati alla vita associativa. In effetti ci rendiamo bene conto che impegni, lavoro, famiglia e, ahinoi, malattia limitano alquanto la frequentazione della Uildm da parte di chi ha in tasca la tessera con la farfallina, però le mancate collaborazioni di soci, simpatizzanti e medici rappresentano altrettante opportunità di lotta sprecate. Qualche informazione supplementare, un passante in più coinvolto, la partecipazione a quel particolare convegno, la realizzazione di un ulteriore progetto… e magari si sarebbe potuto assestare qualche bastonata extra alla distrofia muscolare. E ci fermiamo qui, per evitare di diventare barbosi.
Comunque, come antidoto per eventuali sconforti, ci basta respirare l’aria dei locali di via Cimabue [fra l’altro, con i 35° esterni del momento in cui stiamo scrivendo questo editoriale, pure rinfrescata dai condizionatori! N.d.A.]. Qui, tra volontari, distrofici, loro parenti, impiegate, amici e visitatori occasionali, ascoltiamo e pronunciamo dialoghi di tutti i tipi, ci diamo da fare per portare avanti le numerose iniziative della Sezione, assolviamo i lavori di routine e poi, dopo avvisi diffusi e riunioni allestite, accumuliamo regolarmente nuove esperienze vivendo fatti, aneddoti e testimonianze in un processo di crescita personale denso di emozioni come gioia, allegria ed entusiasmo, pur se tra di esse trovano spazio anche sofferenza e rabbia. E scusate se è poco.
L’abbiamo già affermato in mille frangenti diversi, tuttavia non esitiamo a ripeterlo: la strada ancora da fare è accidentata, compie improvvise deviazioni, è piena di salite, ha pericolose curve a gomito ed è lunga, molto lunga. Ad ogni modo siamo pronti a percorrerla nel più breve tempo possibile gettando, come si dice, il cuore oltre gli ostacoli. Non esiste alcun dubbio: la distrofia è da sconfiggere, già da domani.
A questo proposito cogliamo l’occasione per dichiarare tutta la nostra gratitudine a quelle persone che costituiscono un sostegno regolare e indispensabile alla pubblicazione di ogni numero di Vincere Insieme: si tratta di Barbara, Luciano, Giacinto, Antonella, Andrea e Pietro.
Dalle nebbie del tempo emergono ancora nitide le figure di alcuni padri della Uildm torinese, persone di grande valore che hanno fondato e fatto crescere la nostra onlus. Non stiamo a citarne i nomi, non ce n’è bisogno: chi ci frequenta li conosce bene. Pensando a loro diventa un imperativo fare nostre le parole di Bernardo di Chartres: “In fondo siamo come nani issati sulle spalle di giganti, così che possiamo vedere più lontano e più cose di questi ultimi, non certo per l’acutezza della vista o l’altezza del nostro corpo, bensì perché siamo stati sollevati e portati in alto dalla statura di questi titani”. Pure noi, volontari attuali, restiamo dei nani rispetto ai fondatori e ai pionieri del passato, ma proprio grazie ad essi siamo in grado di sopravanzarli e continuare a progredire nella costruzione della nostra macchina da guerra per combattere con rinnovata efficacia la distrofia muscolare.