A Laura
Spesso abbiamo incontrato la maestra Laura nel corso della nostra sensibilizzazione nelle scuole.
La prima volta è stata nel lontano dicembre del 2006…
…e fin da subito ci aveva mostrato le sue notevoli qualità umane e professionali. Infatti, parlando dei suoi allievi più difficili, si era visibilmente commossa e inoltre ci aveva proposto di estendere anche ai genitori il Compitino normalmente destinato ai soli scolari: un’idea rivelatasi poi geniale.
Avendo richiesto i nostri progetti anche nel corso degli anni seguenti, abbiamo così potuto constatare che per lei era proprio il caso di scomodare il “lavoro dell’insegnante interpretato integralmente come missione”. Sarebbero numerosi i ricordi, le riflessioni e gli aneddoti capitati durante le nostre lezioni nelle sue varie classi. Ci accontentiamo di riportare solo qualcosetta.
Intanto iniziamo con Manuel, il suo “capolavoro”. Ci spieghiamo meglio. Per tanti anni della sua professione, Laura ha lavorato in una scuola di frontiera, situata in un quartiere dove purtroppo sono state sempre moltissime le famiglie in condizioni disagiate. Ebbene, qui abbiamo avuto la fortuna di effettuare i nostri interventi in ognuno dei cinque anni del ciclo di una sua classe e proprio in questo percorso abbiamo avuto modo di conoscere Manuel, bambino di cui tacciamo la pesante situazione familiare. Dalla prima alla quinta elementare abbiamo così avuto modo di constatare i cambiamenti comportamentali di questo scolaro che, sotto la guida di una seconda mamma come Laura, è riuscito a deviare il proprio destino verso lidi più rassicuranti e gradevoli. Ricordiamo l’emozione con la quale ultimamente, commentando le buone notizie su Manuel provenienti dalla scuola media da lui frequentata, ci aveva annunciato: “Ha vintola sua sfida, contro tutti e contro tutto!”. E questo, grazie all’abnegazione, è solo un esempio dei tanti splendidi frutti ottenuti da Laura anche grazie al lavoro portato avanti con gli stessi genitori degli alunni.
Accanto alla corposità di tali fatti registriamo, col sorriso sulle labbra, eventi più leggeri come il suo efficace metodo per imporre la disciplina in aula nei momenti più caotici (“1 2 3… Silenzio e tutti al proprio posto!”), i parecchi genitori che le avevano confessato di non farcela più da quando, dopo le nostre lezioni, i figli si erano trasformati in solerti vigili che proibivano loro di parcheggiare sui marciapiedi, la “tragedia” di un suo pargoletto di prima elementare a cui, vedendolo imbronciato e accasciato sul banco, aveva chiesto cosa fosse successo, ottenendo come risposta: “Chiara [una compagna N.d.R.] mi ha lasciato!”. Negli ultimi tempi poi, è stata “Bastoni della maestra” l’autodefinizione dei bimbi che l’aiutavano in mensa portandole il vassoio del cibo, oppure tenendola per mano e sorreggendola quando uscivano in cortile.
E’ molto difficile rendere su un semplice foglio di carta tutto quello che l’incontro con questa insegnante ha rappresentato per la nostra attività nelle scuole e, va precisato, pure per la nostra stessa esperienza di vita. Grandi capacità, profonda tenerezza, piena disponibilità, spirito di sacrificio e amore infinito per tutti i suoi scolari sono soltanto una parte delle sue mille qualità.
Infine arriviamo al suo calvario, un’altra perla preziosa da aggiungere ad un collier educativo d’inestimabile valore. Qualche anno fa, a causa di una terribile malattia, i medici gli avevano imposto di farsi operare nel mese di febbraio, ma lei, caparbia, era andata sotto ai ferri soltanto a giugno perché voleva portare i suoi alunni fino alla fine della stagione scolastica! Magari l’operazione precoce avrebbe potuto salvarla e non avremmo mai dovuto intingere la nostra penna nel calamaio dell’amarezza e del rimpianto.
Comunque il ricordo del suo insostituibile impegno e della sua luminosa opera rimarrà e rivivrà nei suoi cari, in noi e, soprattutto, in centinaia di altre persone: tutti i suoi ex scolari!